Pubblicato il 5 Ottobre 2021.
Tratto dall’omonimo libro di Edoardo Albinati, edito da Rizzoli e Premio Strega 2016, arriva nelle sale il 7 Ottobre La scuola cattolica.
La storia orbita intorno ad una scuola cattolica maschile nella quale vengono educati giovani dell’alta borghesia romana. Qui le famiglie si sentono rassicurate, certe che i loro figli crescano sotto una rigida educazione e lontani dagli scompigli della società circostante.
È il 1975 e la notte tra il 29 e il 30 settembre viene segnata da uno dei fatti di cronaca più ripugnanti dell’epoca, il delitto del Circeo. I colpevoli sono ex studenti della scuola frequentata anche da Edoardo che tenta di raccontare cosa ha scatenato quel tremendo atto di violenza.
Il film, diretto da Stefano Mordino (nella foto sopra, scattata da Claudio Iannone), vede tra gli interpreti Benedetta Porcaroli, Fabrizio Gifuni, Valeria Golino, Jasmine Trinca, Valentina Cervi e Riccardo Scamarcio.
“Trovare un modo per osservare con il necessario distacco questa storia su cui aleggia, inesorabile, l’omicidio del Circeo, un racconto che lentamente si trasforma in dramma e poi in un incubo che ha segnato molti dei nostri ricordi, è stata per me la vera sfida da affrontare quando ho cominciato a lavorare a questo film.” Ha dichiarato il regista.
“Non ho voluto spettacolarizzare quella violenza, l’obiettivo era seguire il fluire del viaggio dalla città verso il mare, con il desiderio che la storia potesse avere un finale diverso. Volevo investire emotivamente su quella speranza proponendo una lettura dei fatti, in sintonia con il libro di Edoardo Albinati (…), che vuole ampliare il più possibile la responsabilità di quel che è successo, anche al di là di quella innegabile dei tre autori del delitto.”
Il 4 di Ottobre La scuola cattolica è stato vietato ai minori di 18 anni. La Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche incaricata dalla Direzione generale Cinema e audiovisivo del Ministero della Cultura ha così motivato la sua decisione:
“Il Film presenta una narrazione filmica che ha come suo punto centrale la sostanziale equiparazione della vittima e del carnefice. In particolare i protagonisti della vicenda pur partendo da situazioni sociali diverse, finiscono per apparire tutti incapaci di comprendere la situazione in cui si trovano coinvolti. Questa lettura che appare dalle immagini, assai violente negli ultimi venti minuti, viene preceduta nella prima parte del film, da una scena in cui un professore, soffermandosi su un dipinto in cui Cristo viene flagellato, fornisce assieme ai ragazzi, tra i quali gli omicidi del Circeo, un’interpretazione in cui gli stessi, Gesù Cristo e i flagellanti vengono sostanzialmente messi sullo stesso piano. Per tutte le ragioni sopracitate la Commissione a maggioranza ritiene che il film non sia adatto ai minori di anni diciotto.”
“Non riesco a trovare delle ragioni valide per questa censura e se mi sforzo di trovarle, mi inquietano.” commenta così Stefano Mordini “Nella motivazione della commissione censura si lamenta il fatto che le vittime e i carnefici siano equiparati, con particolare riferimento a una lezione di un professore di religione, ma questo è esattamente il contrario di quello che racconta il film, e cioè che, provenendo dalla stessa cultura, è sempre possibile compiere una scelta e non deviare verso il male. Una delle due vittime, all’epoca, era minorenne e il nostro è un film di adolescenti interpretato da adolescenti. Trovo assurdo che oggi si vieti ai ragazzi anche solo di vedere, attraverso un libero mezzo di espressione, quello che due ragazze come loro anni fa hanno subito, questo atto censorio priva una generazione di una possibile presa di coscienza che potrebbe essere loro utile per difendersi da quella violenza spesso protagonista nella nostra cronaca.
E questo perché alcune delle ragioni di quella tragedia sono purtroppo ancora attuali.”
“I miei assistiti sono, rispettivamente, sorella di Rosaria Lopez e fratello di Donatella Colasanti, e ne sono anche eredi mortis causa.” Così dichiara l’avvocato Stefano Chiriatti. “Hanno visionato, unitamente al sottoscritto scrivente, il film ‘La Scuola Cattolica’.
Il loro evidente coinvolgimento, personale e affettivo, nella vicenda narrata, per la parte che li riguarda, ha indotto in Letizia e Roberto il risvegliarsi di traumi e dolori profondi, legati a quanto patito nel 1975 e negli anni successivi.
Malgrado l’enorme sacrificio, umano ed emotivo, legato alla rievocazione vivida, visiva e sonora, di quanto accaduto alle rispettive sorelle, hanno, tuttavia, apprezzato la volontà di tramandare, anche in chiave di ammonimento per il futuro, la memoria della loro tragedia, soprattutto alle giovani generazioni.
Hanno, pertanto, appreso con grande sorpresa della decisione del Ministero della Cultura di vietare la visione del film ai minori degli anni diciotto.”