Pubblicato il 25 Giugno 2021.
Cento anni da celebrare a casa del Maestro, in un viaggio alla scoperta dell’attore e dell’uomo negli ambienti che gli furono familiari, ancora aperti al pubblico fino al primo agosto.
Aperta fino al primo agosto, la mostra Il Centenario – Alberto Sordi 1920-2020, ospitata in una location d’eccezione: la storica villa dell’attore, in piazzale Numa Pompilio, a due passi da Caracalla, che in futuro potrebbe diventare un vero e proprio museo.
Una riapertura davvero doverosa, visto che l’esposizione era stata aperta, causa Covid, per un tempo molto limitato, circa due mesi, registrando un afflusso di pubblico straordinario (oltre 40.000 persone) ma lasciando comunque inevase numerose richieste.
“In questo periodo di forzata chiusura – afferma il curatore della mostra, Alessandro Nicosia – abbiamo avvertito chiaro l’amore della città e l’enorme interesse per il grande e unico attore da parte di tutti coloro che aspettano di poterla visitare. Abbiamo ricevuto migliaia di prenotazioni e questo ci ha stimolato a pensare alla riapertura con grande emozione e forti motivazioni”.
La villa, aperta per la prima volta al pubblico, presenta al suo interno l’esposizione che si snoda fra i vari ambienti della casa, conservati fedelmente negli anni per illustrare la vita e la lunga carriera di Albertone attraverso documenti inediti, oggetti, abiti, fotografie, video, curiosità.
Un’esperienza immersiva e totalizzante, un viaggio alla scoperta non solo dell’artista, ma ancor più dell’uomo, di quella sfera privata che Sordi aveva sempre voluto mantenere gelosamente per sé.
All’inizio del percorso, ecco un vero gioiello architettonico, il teatro che l’attore fece costruire per le sue rappresentazioni private tra amici: qui si raccontano i primi anni del giovane Alberto e viene presentata la sua famiglia, che tanto peso ha avuto nella sua formazione e nella sua vita futura.
A seguire poi la palestra – con il toro meccanico con cui Sordi faceva a gara con gli amici, la bicicletta e tanti attrezzi sportivi – e via via gli altri ambienti: i saloni, con i quadri di De Chirico che Sordi aveva acquistato direttamente dal Maestro; il suo studio, la camera da letto, la curiosa e unica barberia.
Nel giardino due tensostrutture che ospitano i tantissimi documenti, gli audio e i filmati che ripercorrono dagli inizi i momenti principali di una carriera straordinaria: il doppiaggio, la radio, i film, con alcune chicche come i manoscritti autografi di copioni, le sceneggiature per la radio, gli sketch radiofonici di Mario Pio e del conte Claro.
E poi ancora, come dicevamo, una grande sezione di ricordi, foto e materiali inediti dedicata al Sordi privato, quello segreto e sconosciuto al grande pubblico: sette capitoli pieni di curiosità, dove si parla della sua attività di beneficenza, la passione per i cani e i cavalli, l’intenso rapporto con le donne, che lo ha reso “scapolo d’oro” del cinema italiano.
La mostra, prodotta e organizzata da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare, è promossa da Fondazione Museo Alberto Sordi, con Roma Capitale e Regione Lazio, con il riconoscimento del MIC Direzione Generale Cinema Audiovisivo, Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti Paesaggio, Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Lazio, con il patrocinio di SIAE, con il sostegno di Luce Cinecittà, Acea, Banca Generali Private e con la collaborazione di Rai Teche. (G.P.)
Per info e prenotazioni collegarsi al link