Pubblicato il 20 Luglio 2021.
Intervista a Roberto Cipriani a cura di Mario Soldaini
Roberto Cipriani, VicePresidente ANEC Lazio, dirige il Dream Cinema, punto di ritrovo sociale e culturale per la provincia di Frosinone. Lo abbiamo intervistato per scoprire cosa vuol dire fare politica formativa sul territorio.
Cominciamo dall’inizio quando è stata la prima volta che si è avvicinato al cinema?
Il mio rapporto professionale con il cinema inizia circa dodici anni fa. Una persona a me molto cara, che ringrazierò per sempre, mi presentò ai Ciotoli, storica famiglia di esercenti cinematografici conosciuta e apprezzata in tutto il settore. Edoardo e Giuseppe Ciotoli stavano configurando proprio allora l’apertura di quella che sarebbe poi diventata la Multisala Sisto. Dopo qualche mese di collaborazione saltuaria in fase di realizzazione e allestimento mi offrirono la possibilità di lavorare con loro a tempo pieno, non esitai ad accettare. Al loro fianco, in poco tempo, mi sono innamorato del cinema e di questo bellissimo lavoro che se anche assorbe molto tempo, ti riempie di tante soddisfazioni.
Come è divenuto gestore del Dream Cinema?
Mi permetta di fare una precisazione, il mio ruolo all’interno del Dream Cinema non è quello di gestore bensì di Direttore. L’AD del Dream Cinema e quindi “l’esercente” è Ermenegildo Raucci. Ora le racconto come è andata tra me e lui…
Dopo la chiusura del Sisto, avvenuta nel mese di ottobre 2018, mi trovavo nel punto di dover prendere una decisione, venivo da dieci anni di esperienza all’interno di un multisala e la società per la quale lavoravo aveva chiuso. Le mie riflessioni di quei giorni erano seriamente orientate sulla possibilità di cambiare settore e reinventarmi ma fortunatamente i tempi di queste riflessioni sono durati relativamente poco. Poco dopo la chiusura del Sisto ricevetti una telefonata dallo stesso Raucci nella quale mi comunicava che era intenzionato a riaprire l’attività e decidemmo allora di incontrarci. Dopo un cordiale confronto ci accordammo ed entrai nel nuovo staff che stava configurando. Pochi giorni dopo eravamo pronti per ripartire. Abbiamo riaperto il 05 gennaio 2019. È stata una rinascita.
Si ricorda qual è stato il primo film proiettato nel suo cinema?
Le rispondo non solo indicando il primo film proiettato ma anche quello che considero il primo vero film che ha rappresentato l’affermazione delle due aziende, quella che ho condotto in passato e quella che sto conducendo ora. Parlando della prima gestione me ne vengono in mente due: UP in 3D e Baarìa, due splendidi film con cui inaugurammo la gestione. Quello che però considero il film che fece consolidare la nostra presenza sul territorio fu Avatar, un film ancora ricordato da tutti, che a Frosinone rimase in sala per quasi 4 mesi, un successo straordinario. Se devo indicare un film che ci ha rappresentato nella nostra prima versione dico Avatar. Parlando invece della riapertura del gennaio 2019, con la nuova gestione, le dico che i film che meglio ci rappresentano fino ad ora come successo sono: Il Re Leone e Avengers Endgame.
Quale è stato il cinema della sua infanzia?
I cinema della mia infanzia erano diversi, da bambino con i miei genitori e con i miei amici venivo a Frosinone dove c’erano originariamente tre sale: il Nestor (poi diventato un multisala), il Vittoria e l’Excelsior. Il primo film che ricordo di aver visto al cinema era un cartone animato, mi portò mia madre, avevo sei anni e vedemmo i Puffi. Frequentavo queste sale più che altro con i mei amici o nel periodo natalizio quando, con tutta la famiglia, andavamo a vedere il cinepanettone. Quello era un appuntamento fisso. Mio padre, anche lui amante del cinema, predisponeva la “carovana” di cugini e ci accompagnava a vedere il film di Natale.
Lei ha un multisala nel cuore di Frosinone, come coinvolge la cittadinanza locale e cosa vuol dire avere un grande multisala nel cuore della provincia?
Parlo da direttore: non è mai stato difficile coinvolgere la cittadinanza a partecipare alle nostre iniziative perché abbiamo sempre cercato di raggiungere uno standard qualitativo alto o comunque allineato alle grandi piazze italiane sia nella scelta di programmazione che nella qualità del cibo offerto, passando per le tecnologie di proiezione fino alla comodità delle sedute. E tutti hanno sempre risposto positivamente e apprezzato le nostre scelte. La gente di Frosinone e della provincia ama venire al Dream Cinema!
Quando le persone vedono che c’è impegno e dedizione partecipano volentieri, valorizzano il nostro lavoro con trasporto.
Le difficoltà possono essere nel fatto che, quando punti a un determinato standard, devi essere abile a mantenere il tuo livello di servizio anche nei momenti in cui ci sono flessioni di mercato che tendono verso il basso o quando le performance delle presenze in sala scendono. Con la pandemia abbiamo avuto un vero e proprio stress test che però, grazie alla forza e alla lucidità della società che ci amministra, assistiti anche dall’aiuto di Governo e Regione Lazio abbiamo superato la fase critica. Adesso, terminato il periodo della chiusura inizia quello della ripartenza, forse più delicato del precedente.
Dobbiamo anche dire che siamo stati tra quelle aziende che nel momento di chiusura hanno investito e rinnovato gli ambienti anche grazie all’utilizzo di tecnologie di digital signage, questo sempre per riagganciarmi al discorso della necessità di mantenimento di uno standard elevato nel servizio offerto.
Come imposta la sua programmazione?
La programmazione di nove sale anche se può sembrare semplice in realtà, in determinati periodi dell’anno, è molto difficile. In questi giorni di ripartenza le nostre scelte, anche tenuto conto della carenza di prodotto, sono state obbligate, ma era comunque importante ripartire e poi, certamente, la situazione migliorerà.
Rispetto all’impostazione bisogna cercare di dare equilibrio alla tipologia di prodotto. Si fa una programmazione di carattere commerciale per assecondare le richieste del pubblico più vasto e delle famiglie ma bisogna anche dare spazio a film più di nicchia e di interesse culturale per soddisfare le richieste di ogni categoria di pubblico.
Bisogna programmare bene e proporre sempre un buon prodotto, la provincia di Frosinone è posizionata a metà strada tra Roma e Napoli e gli abitanti delle nostre zone sono abituati agli standard qualitativi di queste due città che regolarmente raggiungono e frequentano. Questo fa sì che il loro gusto non sia assolutamente provinciale, bensì regolato su standard metropolitani.
Come ha vissuto la chiusura del cinema e come ha risposto la cittadinanza alla riapertura?
La chiusura dei cinema, dei teatri e delle attività culturali in genere, non è stata una cosa piacevole per nessuno, sia per noi addetti ai lavori che per i nostri clienti, ma c’era un grave problema da risolvere che nessuno poteva ignorare. Essendo noi intrattenimento al chiuso siamo stati i primi ad avere ricevuto l’indicazione di chiudere. Insieme alle altre attività che, purtroppo, non sono state riconosciute come “essenziali” stiamo facendo i conti con 14 mesi di chiusura. In tutto questo lo scenario peggiore è che ci saranno diverse strutture del nostro settore che a settembre non riusciranno a riaprire, aziende con alle spalle un’attività consolidata negli anni, non ce la faranno a riprendere l’operatività viste le ingenti perdite. Speriamo che il governo e le amministrazioni non perdano di vista questo dato. La nostra attività è importante non solo come attività commerciale ed economica ma, prima di tutto, come struttura sociale e culturale. Non possiamo essere lasciati soli, soprattutto in questa fase di ripartenza che, sotto certi aspetti, è più delicata della fase di gestione della chiusura. Comunque adesso siamo in fase di rilancio. Era importante riaprire anche per dare un segnale, la cittadinanza è felice e il pubblico più appassionato sta già tornando in sala, certo la riapertura sta avvenendo in estate, periodo non troppo favorevole e con poco prodotto disponibile; con in più una grandissima voglia di aria aperta dopo un anno di lockdown. Ma è comunque importante esserci. Con l’avanzare del piano vaccinale e l’immissione sul mercato di prodotti di qualità vedremo sicuramente una fine estate di crescita di presenze in sala. Sarà importante farsi trovare pronti ad accogliere.
Quali sono i film che ha scelto per la riapertura?
Come anticipato in precedenza non abbiamo avuto molta scelta, aprendo il 20 maggio c’era solo da montare i titoli più buoni tra quelli utili al theatrical. La disponibilità era veramente poca e in giro c’era anche prodotto non inedito, intendo già passato in piattaforma, non troppo congeniale a una ripartenza delle sale però alcuni di questi erano film che avevano vinto l’Oscar come Nomadland e The Father quindi non potevamo saltarli. Di inedito in uscita in quel periodo c’erano: Il cattivo poeta, Morrison e Un altro giro – film che affronta una tematica molto interessante –in più Rifkin’s Festival, l’ultimo film di Woody Allen. Insieme a questi abbiamo montato Il sacro male, l’horror che ha dato il via al classico valzer estivo di film dell’orrore tipico di questa parte di stagione.
Come vede la rinascita del cinema dopo la pandemia?
Questa è una domanda abbastanza difficile a cui rispondere, questo argomento è ampiamente dibattuto da tutti gli addetti ai lavori e non. Quello che posso dirle è che c’è sicuramente un cambiamento in atto e quando questo avviene difficilmente lo si può arginare, specie quando si parla di questo settore.
Il cinema in sala tornerà ad avere secondo me il ruolo che gli compete in equilibrio con le piattaforme e, come succede sempre, saranno poi gli utilizzatori finali a determinare se ci sarà un nuovo standard o se ritorneranno quelli che erano gli equilibri ante Covid. Dobbiamo considerare che il processo di cambiamento era in atto da tempo e la pandemia lo ha solo velocizzato, ma attenzione, perché proprio l’obbligo di stare in casa potrebbe averci consegnato un dato del successo delle piattaforme un po’ alterato. Per avere un dato più chiaro dovremmo aspettare ancora un po’. Come esercizio dobbiamo stare attenti a chiedere e ottenere delle norme che valorizzino il nostro lavoro perché il nostro peso specifico è superiore a quello di tutti gli altri canali distributivi. Questo non va dimenticato, noi siamo un’attività economica reale, con presidi sparsi sui territori, e siamo proprio noi che certifichiamo e attribuiamo il reale valore al film e, sotto un certo punto di vista, lo prepariamo per il suo percorso in altri canali. Il cinema in sala ora deve mettere il suo miglior vestito e andare a riappropriarsi dello spazio che gli compete all’interno della filiera dell’audiovisivo – forte della componente sociale e aggregativa che lo contraddistingue, dell’esperienza che regala allo spettatore e che lo rende unico e insostituibile.
Dream Cinema si trova in via Giovanni Jacobucci 1 a Frosinone